Si è aperto oggi nella nuova aula bunker costruita ad hoc nell'ex palazzo di giustizia di Parigi, il maxiprocesso contro gli autori delle stragi terroristiche del 13 novembre 2015 allo Stade de France, al Bataclan e davanti ad alcuni bistrot parigini che causarono 130 morti e 400 feriti.
Presenti 14 imputati, fra i quali uno dei dieci attentatori sopravvissuto all'attacco: il franco-marocchino Salah Abdselam, da 5 anni detenuto in un carcere di massima sicurezza, essendo accusato di aver preso parte agli attacchi contro bar e ristoranti nel 10° e 11° arrondissement, prima di fuggire e di essere arrestato cinque mesi dopo a Bruxelles. In aula anche Mohamed Abrini, processato, come la maggior parte degli accusati, per aver svolto un ruolo logistico. Sei imputati sono ancora ricercati, e probabilmente alcuni di loro sono morti negli anni successivi agli attacchi nella zona al confine tra Iraq e Siria.
Si tratta del più grande processo in Francia dal dopo guerra. Il dossier dell'inchiesta è costituito da più di un milione di pagine, raccolte in 500 volumi. 1.800 sono le persone che si sono costituite parte civile e tra i testimoni sopravvissuti anche membri delle forze di polizia e politici, tra i quali l'allora presidente François Hollande, il suo ministro degli interni Bernard Cazeveneuve e l'ex procuratore della Repubblica François Molins.
Il processo sarà filmato per gli Archivi Nazionali come in passato è già stato fatto con il processo al nazista Klaus Barbie, quello relativo al genocidio del Ruanda e, più recentemente, il processo per gli attacchi del gennaio 2015 contro i giornalisti del giornale satirico Charlie Hebdo.
Barbara Costamagna