Il fondatore di Wikileaks Julian Assange potra' essere estradato negli Stati Uniti, dov'e' accusato di spionaggio per lo scandalo sulle rivelazioni di documenti top secret. Lo ha stabilito l'Alta Corte britannica, rovesciando la precedente sentenza dello scorso gennaio con la quale il giudice distrettuale Baraitser aveva stabilito che Assange non poteva essere estradato per ragioni relative alla sua sanita' mentale e al timore che si suicidasse in carcere. La decisione dell'Alta Corte e' giunta dopo che Washington ha presentato un pacchetto di misure per superare queste riserve. Incriminato con 18 capi di imputazione, 17 dei quali si rifanno all'Espionage Act, inseguito da Washington da oltre dieci anni, Assange non rischierebbe una condanna a 175 anni di detenzione dal momento che gli avvocati statunitensi hanno fornito rassicurazioni, affermando che la condanna per avere pubblicato le migliaia di documenti top secret sulle guerre in Afghanistan e Iraq potrebbe ragionevolmente ridimensionarsi a 4 o 6 anni di carcere. Il rischio che Assange sia sottoposto a troppo rigide condizioni di detenzione e' stato escluso dalle assicurazioni offerte dagli Stati Uniti, ha precisato il giudice capo dell'Alta Corte britannica Lord Burnett, tranquillizzando sul fatto che Assange non verrebbe sottoposto a particolari restrizioni nelle carceri di massima sicurezza ne' prima ne' dopo il processo, a meno che non si rendano necessarie. Nella sentenza si evidenzia che la Corte e' soddisfatta da queste assicurazioni, che sono sufficienti a determinare l'appello in favore degli Stati Uniti. La partner di Assange e membro dello staff legale Stella Moris ha definito il verdetto un grave errore giudiziario, annunciando la volonta' di fare ricorso al piu' presto possibile alle autorita' giudiziarie del Regno Unito.
Franco de Stefani