In Bulgaria chiunque può accedere alle vaccinazioni anti-coronavirus, a prescindere dalla propria età o dall'essere parte di una categoria vulnerabile: una situazione unica nell'Unione europea, ma che - paradossalmente - va di pari passo con magri risultati nella campagna vaccinale.
Al momento, la Bulgaria è infatti in fondo alla classifica europea per vaccinazioni effettuate: soltanto il 5% della popolazione ha ricevuto la prima dose di uno dei vaccini approvati dall'UE, mentre appena l'1% ha avuto accesso alla seconda.
Una situazione che mette a serio rischio i piani delle autorità sanitarie, che puntavano ad ottenere l'immunità di gregge entro l'estate e che è diretta conseguenza di fattori diversi. Il governo bulgaro ha puntato massicciamente sul vaccino di AstraZeneca, la cui produzione ha subito in questi mesi ritardi importanti.
Come se non bastasse, nelle settimane scorse il vaccino ha subito uno stop temporaneo dopo alcuni casi sospetti di presunti gravi effetti collaterali, che ha portato molti cittadini bulgari a rifiutare il preparato. A fine febbraio, proprio il diffuso scetticismo aveva portato il governo ad aprire le porte della vaccinazione a chiunque volesse, nella speranza di accelerare i tempi della campagna vaccinale.
Ma nonostante gli sforzi, nelle ultime settimane la Bulgaria ha subito un rapido peggioramento della situazione pandemica: gli ospedalizzati sono oltre 9.000, e il tasso di mortalità da Covid uno dei più alti in Europa: una situazione pesante che ha spinto il governo a imporre un nuovo lockdown, proprio in vista delle prossime elezioni politiche previste per il 4 aprile.
Francesco Martino