Il premier Janez Janša e il ministro della Cultura, Vasko Simoniti, risponderanno ai quesiti quando il preposto comitato dell'Europarlamento proietterà ad una seduta pubblica il video del governo sulla posizione dei media in Slovenia. Così una nota dell'ufficio del Primo ministro dopo che il comitato per il monitoraggio del rispetto della democrazia ha trasmesso al governo sloveno, al premier e al ministro una serie di domande in forma scritta, con le quali intende proseguire il dialogo sulla situazione dei mezzi di informazione in Slovenia. Quesiti che spaziano comunque dai media a presunte pressioni sulle procure, dalla gestione della giustizia ad alcuni provvedimenti anticovid che sarebbero in contrasto con la Costituzione. Non sono stati fissati termini per le risposte. Janša ha evidenziato attraverso Twitter che il comitato non ha alcuna competenza per interrogare qualcuno e di aver partecipato volontariamente al dibattito dello scorso mese. Il 26 marzo, lo ricordiamo, si era svolto un dibattito in videoconferenza e vi aveva partecipato anche Janša, il quale aveva poi interrotto il collegamento dopo il ripetuto rifiuto della presidente del comitato, Sophie in 't Veld, di trasmettere il video in questione. Non aveva partecipato al confronto, anche se inizialmente previsto, il ministro Simoniti. Ieri, intanto, missione virtuale in Slovenia di una rappresentanza della commissione europea, nel quadro dei preparativi per la messa a punto della relazione annuale sullo stato di diritto nel paese, rapporto atteso per luglio. Lo ha confermato il Ministero degli Esteri. Lubiana ha inviato a fine marzo il proprio contributo all'esecutivo comunitario, frutto del lavoro di vari dicasteri. Il rapporto della commissione contiene valutazioni specifiche per ogni Stato membro e passa in rassegna quattro pilastri: sistema giudiziario, quadro anticorruzione, pluralismo dei media e altre questioni istituzionali relative al sistema di bilanciamento dei poteri.
Delio Dessardo