Ritiro delle unità speciali della polizia kosovara schierate sul confine e - in contemporanea - delle barricate erette dalla minoranza serba in Kosovo ai passaggi di confine di Jarinje e Brnjak e introduzione di un regime provvisorio di adesivi da porre sulle auto che attraversano la frontiera tra Serbia e Kosovo in entrambe le direzioni.
Sono questi i punti principali dell'accordo raggiunto oggi tra Belgrado e Pristina grazie alla facilitazione di Miroslav Lajčák rappresentante speciale dell'UE per il dialogo tra Serbia e Kosovo, coadiuvato dall'alto funzionario del Dipartimento di stato americano Gabriel Escobar.
A garanzia del rispetto dell'intesa, le forze della Nato presenti in Kosovo verranno schierate ai confini contesi per circa due settimane, mentre a partire da ottobre un gruppo di lavoro con delegati serbi e kosovari cercherà una soluzione di lungo termine sotto l'egida dell'Ue.
La crisi era esplosa dieci giorni in seguito all'introduzione di nuove norme da parte del governo di Pristina, che imponevano targhe provvisorie ai veicoli serbi in ingresso in Kosovo, disposizione che ricalca quella in vigore da anni per le auto kosovare che vogliono circolare in Serbia.
La decisione ha però scatenato la rabbia della minoranza serba in Kosovo, soprattutto nelle aree del nord, abitate compattamente da popolazione serba, che ha bloccato con barricate i valichi di Jarinje e Brnjak. Il governo kosovaro aveva quindi schierato le squadre speciali della polizia, e quello serbo aveva risposto mobilitando reparti dell'esercito, in una pericolosa escalation gravida di rischi.
Francesco Martino