Entra nel vivo l'offensiva da parte italiana contro il riconoscimento della Commissione Europea della denominazione del Prošek croato, un vino dolce da dessert prodotto da uve appassite. Ora dopo le iniziative avviate dal Governo e dagli altri enti istituzionali scendono in campo le associazioni di categoria. Per la precisione la Coldiretti di Treviso e il Consorzio Agrario di Treviso e Belluno che fanno gioco di squadra per tutelare il Prosecco, uno dei prodotti d'eccellenza del Made in Italy, e nello specifico il territorio interessato dalla sua produzione. Per la precisione le colline di Conegliano e Valdobbiadene, territorio proclamato ufficialmente Patrimonio dell'Umanità. Ebbene le due associazioni hanno affidato allo studio legale dell'avvocato Antonio Pavan di Treviso l'incarico di presentare entro il prossimo novembre, l'opposizione alla Commissione Europea alla richiesta della Croazia relativa alla protezione del Prošek. L'omonimia tra Prošek e la denominazione controllata Prosecco, dicono, rischia di creare confusione ed indurre in errore i consumatori creando un vulnus, ossia un danno per i produttori vitivinicoli veneti. Sulla vicenda si è espresso di recente anche il Governatore del Veneto Luca Zaia che si è richiamato alla sentenza della Corte di Giustizia dell'Unione Europea diffusa il 9 settembre scorso. Quest'ultima vieta l'uso di nomi o di grafiche che evocano in modo strumentale ed ingannevole prodotti a denominazione di origine, riconosciuti e tutelati dalle norme comunitarie.
Valmer Cusma
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