Sabato a Vienna è prevista una grande manifestazione di protesta contro quello che all’estero hanno ribattezzato il “lock-down” dei non vaccinati e contro le altre misure adottate dal governo per combattere l’epidemia, definite dai contestatori “totalitarie”, come ad esempio l'obbligo di vaccinazione per il personale sanitario. A capeggiare la protesta, a differenza delle altre piazze no-vax europee, è un partito presente ormai da decenni sulla scena politica austriaca: la Fpö, partito dell'estrema destra populista, che durante questa pandemia è diventata uno dei portavoce più influenti nei no-vax e no-mask del paese, che rappresentano un terzo degli austriaci.
A guidare la Fpö, dopo il silenziamento dell’ala meno intransigente, è il segretario Herbert Kickl un convinto no-vax, che si presenta in Parlamento a viso scoperto e che ha praticamente vietato l’uso della mascherina a coloro che aderiscono alla sua compagine. Kickl avrebbe dovuto, quindi, essere in prima fila sabato alla manifestazione viennese, novello Kohlaas in lotta contro le vessazioni dei potenti; ma il destino o meglio il virus ha avuto altri piani per lui. Il leader dell’estrema destra si è infatti contagiato ed è quindi tenuto a restare in isolamento per 14 giorni.
La manifestazione ci sarà comunque, e un portavoce della Fpö ha annunciato che sono attesi migliaia di partecipanti, provenienti da tutto il paese. D’altronde tra le deroghe concesse ai no-vax c’è anche quella che gli permette di partecipare a manifestazioni politiche, senza particolari limitazioni a differenza di altri paesi europei.