La decisione è stata presa unilateralmente, ha spiegato il portavoce del ministero della Difesa russo, sottolineando che l'eventuale apertura di corridoi umanitari in altre direzioni verrà decisa in accordo con le autorità ucraine. Mosca e Kiev si sono intanto dette pronte a collaborare per garantire la sicurezza dei siti nucleari. Il direttore generale dell'Agenzia internazionale dell'energia atomica, Rafael Grossi, si è detto soddisfatto dell'esito dell'incontro, ad Antalya, con i ministri degli Esteri russo e ucraino, Sergey Lavrov e Dmytro Kuleba. Parlando di una riunione fruttuosa ma non facile, Grossi ha spiegato che entrambe le parti si sono dette intenzionate a preservare la sicurezza dei siti nucleari. Nonostante ciò la situazione in Ucraina continua a essere disastrosa; nella notte è stato infatti colpito l'istituto di fisica e tecnologia di Kharkiv, sede di un reattore nucleare sperimentale. In materia di nucleare, la Russia ha chiesto una riunione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu per discutere le attività biologiche militari americane in Ucraina. Anche la Cina si è detta profondamente preoccupata dagli ultimi sviluppi in Ucraina. Il Paese segue una linea diplomatica pacifica ed indipendente, hanno sottolineato le autorità di Pechino, ricordando che è importante sostenere Russia e Ucrina affinché superino le divergenze. È stata nuovamente ribadita la volontà di proseguire la collaborazione con la comunità internazionale per evitare un ulteriore escalation. Si stringe intanto la morsa su Kiev. Le forze russe sarebbero arrivate a pochi chilometri dalla capitale e starebbero per sferrare l'attacco. In precedenza le immagini satellitari avevano svelato che l'enorme convoglio russo che si stava avvicinando a Kiev era stato smantellato e i mezzi avevano preso posizione per un imminente offensiva.
Intanto, unanime il messaggio che arriva dai leader europei riuniti a Versaille per un vertice informale dell'Ue; i paesi membri continuano a rimanere al fianco dell'Ucraina perché la ritengono parte della famiglia europea, ma sottolineano comunque come il processo di adesione del Paese all'Ue dovrà seguire la procedura standard e non ci saranno scorciatoie. I capi di Stato e di governo considerano quindi l'Ucraina parte dell'Europa e per questo continueranno ad inviare aiuti sia umanitari che militari alla resistenza. All'arrivo al vertice il premier sloveno Janez Janša ha sottolineato che le conseguenze di ciò che sta accadendo a Kiev segneranno l'Europa per i decenni a venire. Al contempo ha chiesto ai Paesi membri di impegnarsi a garantire a Kiev l'adesione all'Unione europea così come ciò è stato assicurato ai Balcani occidentali durante il vertice di Salonicco nel 2003.
Maja Novak