I leader dei Paesi membri dell'Unione europea hanno adottato un compromesso che revoca il blocco da parte di Ungheria e Polonia al pacchetto di leggi di ripresa dopo la pandemia di coronavirus dal valore di oltre 1.800 miliardi di euro. Il compromesso ritarda l'applicazione della clausola che condiziona l'erogazione dei fondi di ripresa al rispetto dello stato di diritto fino alla decisione della Corte di giustizia Ue sulla legalità di questo provvedimento.
La misura inizialmente era limitata alla gestione finanziaria, durante i negoziati tra l'Europarlamento e la presidenza tedesca del Consiglio dell'Unione europea è però stata estesa all'indipendenza della magistratura, all'inazione di fronte a decisioni non conformi alla legge da parte delle autorità pubbliche ed alle limitazioni all'accesso alla giustizia. L'Ungheria e la Polonia non erano disposte a sostenere il nuovo provvedimento, non hanno però potuto impedirlo poiché il regolamento è stato adottato a maggioranza qualificata.
Ad annunciare l'accordo sul Recovery fund è stato il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel: "Ora possiamo cominciare con l'attuazione e la ricostruzione delle nostre economie", ha scritto in un tweet.
Il premier sloveno, Janez Janša, ha dichiarato che, dopo il vertice di luglio ed in seguito ad intensi preparativi ed al coordinamento dinamico arrivato ora, l'Ue è riuscita a trovare un buon compromesso che fornisce una base giuridica adeguata all’attuazione del pacchetto di leggi.
I leader Ue, nelle loro conclusioni, hanno scritto che l'applicazione del meccanismo che condiziona l'erogazione dei fondi di ripresa al rispetto dello stato di diritto, sarà oggettivo, equo e imparziale. Si baserà sui fatti e garantirà la parità di trattamento di tutti gli Stati membri, rispettando le loro identità nazionali.
E. P.