È ancora stallo per il completamento dell'Unione bancaria. Al termine della riunione dell'Eurogruppo, il presidente Paschal Donohoe ha confermato che se ne riparlerà verso la fine dell'anno. Al momento ci sono infatti posizioni troppo contrastanti: la Germania continua a frenare soprattutto per quanto concerne la costituzione di un Fondo comune di tutela che prevede anche la condivisione dei rischi. "Serve una visione condivisa per procedere e sarà aspetto cruciale di un accordo", ha ricordato Donohoe. Al momento non è possibile neppure ipotizzare un nuovo orizzonte temporale per uno schema europeo di garanzia dei depositi, uno dei pilastri del progetto di unione bancaria, perché manca un piano di lavoro. Il commissario europeo per l'economia, Paolo Gentiloni, sceglie la via del pragmatismo: meglio prendersi altro tempo per arrivare a un accordo saldo. "Finché non ci saranno le condizioni per raggiungerlo, per trovare quel consenso, allora non abbiamo altra scelta che continuare a lavorare", ha evidenziato. Sul dossier greco, i ministri delle Finanze possono invece sventolare risultati concreti: deciso il via libera alle misure a sostegno della Grecia che si basano sulle valutazioni del rapporto di sorveglianza presentato dalla Commissione europea. Si prevede quindi una riduzione del debito ellenico per un ammontare complessivo di 748 milioni di euro e la riduzione a zero del margine di interesse su alcuni prestiti della zona euro ad Atene da parte del fondo salva-Stati. Il via libera resta comunque subordinato al completamento delle procedure nazionali.
Maja Novak