La Koslovič è chiara: “adesso non è il momento di cercare il colpevole ma di trovare adeguate soluzioni”. Il comune più che inviare una lettera di protesta avrebbe potuto proporre una modifica della legislazione, visto che la vicenda si trascina dal 2022. La deputata ci tiene a precisare che la Slovenia è uno Stato di diritto pertanto se in una legge ci sono scritte delle cose che un ispettore interpreta alla lettera, forse in maniera burocratica, non fa altro che il suo lavoro. Il compito dei deputati è quello di modificare le normative mettendole al passo con i tempi. Se non sarà il ministero della cultura a proporre una modifica della legge lo farà “Movimento Libertà” sperando di trovare sostegno anche negli altri partner di coalizione.
“Queste targhe rappresentano una parte della nostra eredità culturale, una parte della nostra storia. Non per ultimo la nostra è una zona bilingue dove la comunità nazionale italiana ha un posto importante. Il progetto delle targhe è nato su loro iniziative, consiglio comunale l’ha approvato e il minimo che possiamo fare è considerare tutto ciò una parte del nostro patrimonio”.
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