La partita è tutt’altro che finita e per sapere il nome del presidente degli Stati Uniti bisognerà ancora attendere. Biden pochi minuti fa ha parlato ostentando ottimismo e dicendo che la corsa sarà ancora lunga e bisognerà aspettare sinché non verrà contato anche l’ultimo voto.
Tutto è nelle mani di quei pochi stati che finiranno di contare i voti tra molte ore o addirittura tra molti giorni. Fondamentali sembrano i voti della Pennsylvania, dove Trump è in testa, ma mancano da contare molti voti arrivati per posta e quelli di alcuni distretti tradizionalmente democratici. L’unica certezza è che Biden si aggiudicherà il voto popolare. Il suo vantaggio è già enorme, ma il sistema delle elezioni presidenziali statunitensi è stato concepito in modo tale da non consentire agli stati più popolosi di schiacciare le unità federali più piccole. Biden al momento si sarebbe aggiudicato l’Arizona, uno degli stati chiave, che nel 2016 andò a Trump, mentre Trump si sarebbe portato a casa la Florida, Texas ed Ohio, dove il risultato era incerto. I commentatori delle reti americane continuano a ripetere ossessivamente le frasi “too early to coll” e "too close to coll”. Troppo presto e troppo stretto il risultato per assegnare lo stato.
Quello che è certo è che non c’è stata la valanga che i democratici speravano di vedere per spazzare via Trump e che il presidente uscente se la sta ancora giocando. Alla fine quello che si prefigura è un risultato molto stretto. Se Trump dovesse perdere sarebbe comunque la terza volta, nella storia recente che un presidente in carica non viene riconfermato. Era accaduto a Carter contro Reagan e a Bush padre contro Clinton. Questa volta, comunque, non è escluso nemmeno che possa finire in pareggio, con i due contendenti fermi entrambi a 269 voti. Sarebbe uno scenario da incubo ed in questo caso sarebbe il congresso a decidere a chi assegnare la presidenza.
Stefano Lusa