L'offensiva di terra di Israele su Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, inizierà con un'evacuazione di civili che dovrebbe durare all’incirca 2-3 settimane. I piani per l’attacco in più fasi sono stati riportati anche dal Wall Street Journal statunitense. Israele avverte di aver acquistato circa 40.000 tende per spostare le persone in zone sicure e non interessate dal conflitto. Ricordiamo che il Primo Ministro israeliano Benjamin Netanyahu aveva annunciato una data per l’operazione militare già a inizio mese. Senza fornire ulteriori dettagli, aveva sottolineato che la vittoria sul movimento islamista palestinese Hamas richiedeva per forza l'ingresso dell'esercito nella città. “Possiamo vincere solo se distruggiamo tutte le centrali di comando” aveva detto durante le conferenze stampa. Nonostante gli inviti della comunità internazionale su un cessate il fuoco, le forze militari israeliane continuano a bombardare la Striscia e non accennano a fermarsi. La situazione umanitaria intanto continua a peggiorare: le stime parlano ormai di 35.000 morti di cui almeno 14.000 minori.
Secondo le ultime informazioni il movimento islamista Hamas sarebbe pronto ad accettare una tregua di cinque anni o più e a deporre le armi con Israele qualora venisse creato uno stato palestinese indipendente nei confini precedenti al 1967. Lo ha dichiarato un alto dirigente del gruppo precisando che Hamas intende formare un governo di coalizione nazionale in Cisgiordania e Gaza insieme con il partito rivale al Fatah. A tali condizioni il gruppo rinuncerebbe al proprio ramo militare. Affermazioni e presupposti importanti che nascono in seguito a una fase di stallo nelle trattative sul cessate il fuoco, ma che si teme non avranno futuro in quanto Tel Aviv, secondo molti, non sarebbe disposta ad accettare poiché contraria a una Palestina indipendente.