Più di miliardo e settecento milioni di euro: è questa la dimensione del megaprestito concesso da Pechino all'Ungheria per dare vita al progetto di ammodernamento della linea Budapest-Belgrado, il più grande investimento nel settore ferroviario della storia ungherese.
Il rinnovo della tratta, ormai obsoleta, rientra nell'ambiziosa Belt and Road Initiative, la nuova “via della Seta” promossa dalla Cina per connettere i due lati del continente euro-asiatico. Nel lungo periodo, l'obiettivo sembra essere quello di collegare il porto greco del Pireo, già controllato da Pechino, all'Europa centrale, passando per i Balcani occidentali.
Dal canto suo, il governo ungherese di Viktor Orbán punta a trasformare il paese in uno snodo centrale dei trasporti nel cuore dell'Europa, nonostante le critiche di chi mette in dubbio la razionalità economica dell'operazione, e i rischi politici connessi a contrarre debito col gigante cinese.
Il progetto, lanciato nel 2014, ha subito un primo stop nel 2016, quando l'UE lo bloccò per il mancato rispetto delle norme comunitarie sugli appalti pubblici. Le polemiche si sono riaccese a inizio aprile, quando l'esecutivo di Budapest – che dallo scoppio della crisi coronavirus governa per mezzo di decreti - ha presentato un progetto di legge per secretare tutti i dettagli dell'operazione per dieci anni.
Grazie al prestito ora ottenuto dalla Exim Bank of China, che coprirà l'85% dei costi di costruzione, affidata anche questa in gran parte ad aziende cinesi, l'Ungheria spera di partire coi lavori non appena rientrata la crisi COVID19, e di portarli a termine entro il 2025.
Francesco Martino