L'ex Presidente statunitense Trump è stato incriminato dalla Procura di Manhattan per il pagamento alla pornostar Stormy Daniels per farla tacere sulla loro relazione. Trump diviene così il primo ex presidente ad essere incriminato nella storia degli Stati Uniti. La decisione del Gran Giurì è destinata ad avere ripercussioni senza precedenti sulla politica statunitense oltre che a influenzare la corsa alla Casa Bianca per il 2024. Trump dovrebbe consegnarsi martedì prossimo per la formalizzazione delle accuse, secondo quanto riferito da uno dei suoi avvocati, e dovrà affrontare una trentina di capi d'accusa di frode aziendale. Il voto del Gran Giurì è giunto a sorpresa in quanto i giurati avrebbero dovuto valutare altri casi e poi prendersi una pausa fino alla fine di aprile. Le accuse precise avanzate nei suoi confronti non sono ancora state rese pubblicamente note. Cosa accadrà ora non è ancora chiaro, i dettagli devono essere definiti dal Secret Service con le autorità di New York anche se il legale ha assicurato che si presenterà spontaneamente. I repubblicani hanno gridato allo scandalo parlando di una decisione oltraggiosa. Il figlio di Trump, Eric, ha definito l'incriminazione come un attacco a un rivale politico, riferendosi ai democratici e al giudice Bragg, primo afro americano procuratore di Manhattan. Sostegno è giunto dal Presidente della Camera McCarthy il quale ha dichiarato che il procuratore ha danneggiato irreparabilmente il paese nel tentativo di interferire nelle elezioni presidenziali, mentre il Governatore della Florida deSantis ha precisato che la strumentalizzazione del sistema giudiziario per fare avanzare un'agenda politica capovolge lo stato di diritto ed è anti-americana, aggiungendo che la Florida non risponderà alla richiesta di estradizione. L'ex vice Presidente Pence ha puntualizzato che l'incriminazione per milioni di statunitensi non è altro che una mossa politica e che accusare un ex Presidente è un disservizio al paese che dividerà ulteriormente gli statunitensi. La situazione legale di Trump potrebbe complicarsi con l'avvicinamento al voto, tra le indagini aperte quelle sul 6 gennaio, sulle interferenze sul voto in Georgia e sulle carte segrete trovate nella sua residenza.
Franco de Stefani