Una promessa che sta per essere mantenuta quella fatta dall’Iran pochissimo tempo fa in risposta all’attacco israeliano del primo aprile scorso contro il consolato iraniano a Damasco, costato la vita ad alti ufficiali militari, tra cui un importante generale dei Pasdaran. Gli Stati Uniti hanno parlato di una minaccia credibile e presente e hanno pertanto limitato i movimenti dei propri diplomatici nel Paese. Hanno assicurato che qualora il colpo dovesse avvenire, gli USA stanno al fianco di Israele e sono pronti a salvaguardarlo a ogni costo. Il Ministro della difesa israeliano Gallant al termine di un incontro con il Comando combattente unificato delle forze statunitensi ha sottolineato che Tel Aviv è pronto e deciso a rispondere a qualunque offensiva. “I nostri nemici pensano di poter separare Israele e gli USA, ma è il vero contrario. Stanno unendo e rafforzando sempre di più i nostri legami” ha aggiunto ancora Gallant.
Aumenta il bilancio delle vittime e la paura di ciò che potrebbe accadere tra poche ore. Nel frattempo, la compagnia aerea di bandiera tedesca Lufthansa corre ai ripari e decide di proseguire con la sospensione dei voli da e verso Teheran, la quale rimarrà in vigore almeno fino al 18 aprile. L'allerta nell'area è massima: "Monitoriamo costantemente la situazione mediorientale e siamo in stretto contatto con le autorità. La sicurezza dei nostri passeggeri e dei membri dell'equipaggio è la nostra priorità", ha detto un portavoce.
I bombardamenti nell’enclave palestinese intanto continuano: alcuni giornalisti sono rimasti feriti in un raid israeliano sul campo profughi di Nuseirat, nella parte centrale della Striscia di Gaza mentre stavano documentando gli attacchi. Uno di loro, reporter di un’emittente turca, ha riportato danni talmente gravi da dover subire l’amputazione di un piede. Altri media riferiscono che Hamas non avrebbe più intenzione di procedere con i negoziati finché non ci saranno progressi nelle sue richieste. Le Nazioni Unite fanno un nuovo appello a Israele affinché consenta agli aiuti umanitari di entrare in modo sicuro ed efficiente. Hanno anche avvertito che se nelle prossime settimane non riusciranno a intensificare le consegne in tutte le zone di Gaza, soprattutto nel nord, seguirà un disastro.