Una condanna di 19 anni da scontare che purtroppo è terminata nella giornata di venerdì 16 febbraio 2024. Il più importante oppositore russo, Alexei Navalny è morto nella colonia carceraria artica numero 3 del distretto di Yamalo-Nenets dopo essersi sentito male durante una passeggiata, secondo quanto riferito dal Servizio Penitenziario Nazionale russo. C'è chi dice che criticare lo zar ha sempre avuto un prezzo. Oltre a Navalny, negli anni sono stati molti i politici e gli attivisti che hanno duramente criticato l'operato del Cremlino scomparendo in seguito in circostanze mai del tutto chiarite. Ricordiamo infatti Yevgeny Prigozhin, comandante mercenario russo morto in un incidente aereo come anche Ravil Maganov, ex presidente del Consiglio di amministrazione caduto dal sesto piano di un palazzo. Un altro decesso definito strano, quello di Navalny, che non sorprende ma che anzi qualcuno definisce annunciato.
Parole di cordoglio e commenti caustici stanno arrivando da tutto il mondo che punta il dito contro la Russia definendola colpevole di quanto successo. Il Presidente del Consiglio Europeo Charles Michel sui social ha affermato "Navalny ha combattuto per i valori della libertà. Per i suoi ideali ha fatto l'estremo sacrificio. L'UE ritiene che il regime russo ne sia responsabile". Anche le Nazioni Unite si sono dette "indignate" dalla notizia e hanno esortato le autorità russe a garantire che venga condotta un'indagine "credibile"; "Se qualcuno muore sotto la tutela dello Stato, si presuppone che questo ne sia responsabile" hanno aggiunto. Dure e scontate le parole del Presidente ucraino Volodymyr Zelensky che da Berlino ha parlato di omicidio da parte della Russia. La moglie dell'oppositore ha avvertito che qualora la notizia fosse veritiera Putin e gli altri responsabili "saranno puniti" per ciò che hanno fatto.
Il sostegno e la volontà di fare luce arrivano anche da parte della Presidente della Repubblica Nataša Pirc Musar che su X ha scritto: "Porgo le mie condoglianze. Questo è un attacco straziante alla democrazia in Russia", Insieme a lei la ministra degli Esteri Tanja Fajon ha espresso il suo rammarico per la morte del dissidente e ha sottolineato che le circostanze della vicenda devono essere chiarite. "La sua lotta per la libertà e la democrazia vivrà per sempre. I miei pensieri sono rivolti ai suoi cari". Anche la Premier italiana Giorgia Meloni si è detta sgomenta parlando di "una triste pagina che ammonisce la comunità internazionale."
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