Sono 16 i civili, tra cui molti bambini, che nella notte sono rimasti vittime di un assalto israeliano nel quartiere principale di Gaza city. Secondo l'emittente araba al Jazeera, il raid ha colpito la locale moschea di Fatima, che ospita anche un istituto scolastico. Le persone sarebbero sfollati che si erano rifugiati nella struttura, rimasta gravemente danneggiata. Decedute altre 8 persone nel campo profughi di Nuseiràt, mentre aumenta drasticamente il numero dei feriti. Nella notte il gabinetto di guerra israeliano ha ordinato alla squadra diplomatica di "continuare i negoziati per la restituzione degli ostaggi". Lo si apprende da una nota rilasciata dall’ufficio del Primo Ministro Netanyahu che non cede sull’offensiva a Rafah e Jabalya: “vanno rase al suolo per distruggere gli obiettivi terroristi.” Il governo ha inoltre approvato le nuove linee guida per i negoziatori israeliani nel tentativo di rilanciare i colloqui su un accordo di tregua con Hamas. Il leader dell’opposizione israeliana Yair Lapid ha esortato l’esecutivo, visti gli ultimi avvenimenti, a considerare e accettare la Palestina come Stato indipendente. Un invito che nasce dopo che Norvegia, Irlanda e Spagna hanno annunciato le procedure di riconoscimento il 28 maggio.
L’Egitto, attore principale nel processo delle trattative, sta valutando tutte le opzioni per riportare Israele e Hamas a un tavolo negoziale: “sono in corso i contatti con tutte le parti attive” hanno riferito i media egiziani. Sempre più tragica la situazione riguardo gli aiuti umanitari che fanno fatica a raggiungere le postazioni di soccorso. Ridotte al limite le scorte di acqua, cibo e medicinali. Gli Stati Uniti ribadiscono il loro sostegno allo Stato ebraico ma chiedono maggiore tutela per la popolazione e riaffermano le forti obiezioni alla “vergognosa" richiesta del procuratore della corte penale internazionale che vorrebbe arrestare i leader israeliani.