"Spesso siamo stati d'accordo, ma abbiamo avuto anche divergenze d'opinione. Siamo stati in grado di superarle e spero riusciremo a farlo ancora." Con queste parole Netanyahu ha risposto a chi gli ha chiesto come proseguono i rapporti con il Presidente della Casa Bianca dopo la "scossa" delle ultime ore sullo stop degli aiuti militari a Israele per l'attacco a Rafah, città a sud dell'enclave palestinese. Qui si trovano migliaia di combattenti del gruppo islamista e decine di ostaggi presi il 7 ottobre scorso, oltre una popolazione ormai stremata. L'amministrazione Biden si si è rifiutata di sostenere l'invasione a meno che lo Stato ebraico non presenti un buon piano per proteggere maggiormente i civili. Chiedono con forza di non continuare poiché questo, a detta loro, non serve a sradicare Hamas. Il Primo Ministro ha fatto sapere che è inevitabile che la guerra continui finché non verranno distrutti "tutti i restanti battaglioni di Hamas" e che è pronto a proseguire con o senza l'appoggio degli alleati. "Se saremo lasciati soli, combatteremo fino all'ultimo - ha detto - e con forza d'animo, con l'aiuto di Dio, vinceremo." La posizione di Netanyahu è stata ripresa dai membri del suo gabinetto di guerra che sostengono che il Paese ha il dovere morale di andare avanti per sconfiggere il gruppo, gli Hezbollah e garantire sicurezza; di conseguenza anche gli USA hanno il dovere strategico e morale di fornire gli strumenti necessari per portare a termine questo compito.
Nel frattempo, il corpo diplomatico lavora incessantemente per giungere a una rapida soluzione. Il Cairo ha ospitato la delegazione di Hamas che in queste ore si è trasferita a Doha in Qatar. Durante il trasferimento, un membro dell'ufficio politico del gruppo islamista palestinese, al Rishq, ha dichiarato che "la palla è completamente nelle mani di Israele." Ha anche precisato che loro confermano il loro impegno, accettando il documento presentato dai mediatori, ma affermano che Israele ha respinto la proposta e sollevato obiezioni su diverse questioni centrali. Il Ministro degli Esteri egiziano Sameh Shoukry, durante una conversazione telefonica con il Segretario americano di Stato Antony Blinken, avrebbe detto che le due parti devono mostrare maggiore flessibilità nelle trattative per un immediato cessate il fuoco. Blinken, inoltre, ha espresso la contrarietà degli Stati Uniti ad ogni spostamento forzato dei palestinesi fuori dalla loro terra.