La città che si trova appena al di là del confine con l'Egitto, ospita attualmente circa 1,5 milioni di palestinesi, per lo più sfollati interni dal resto dell'enclave che hanno cercato rifugio dai combattimenti. È l'ultima città di Gaza che non è ancora stata oggetto di un'offensiva di terra, per la quale l'esercito israeliano si sta preparando da tempo. "Non ci fermeremo e combatteremo fino alla completa vittoria, il che include delle operazioni su larga scala dopo che avremo permesso alla popolazione civile di abbandonare le operazioni di guerra" ha dichiarato Netanyahu, il quale non sembra volersi fermare nonostante gli appelli di molti Paesi del mondo. I dettagli sulle misure di evacuazione e sulla successiva operazione militare non sono noti, anche se secondo alcune fonti straniere le persone verrebbero trasferite su alcune "isole umanitarie" nella parte centrale dell'enclave e l'esercito fornirebbe loro aiuti e alloggi temporanei.
Nel frattempo, Israele ha deciso di inviare una delegazione a Doha in Qatar per discutere delle ultime richieste avanzate da Hamas per una tregua e il rilascio degli ostaggi. Richieste definite dallo stesso Primo Ministro ancora una volta "irrealistiche e inaccettabili." Hamas avrebbe proposto una possibile tregua caratterizzata in più fasi, che durerebbe all'incirca 42 giorni. La prima fase prevede il rilascio di donne, bambini, anziani e malati israeliani tenuti in ostaggio in cambio della liberazione di 700/1.000 prigionieri palestinesi; il movimento chiede inoltre la scarcerazione di 100 detenuti palestinesi che scontano l'ergastolo nelle carceri israeliane in cambio di soldatesse israeliane. Gli estremisti palestinesi hanno ribadito le loro condizioni "per fermare l'aggressione", tra cui "il ritorno degli sfollati ai loro luoghi di residenza e il ritiro delle forze di occupazione dalla Striscia di Gaza". Continuano, intanto, ad arrivare gli aiuti umanitari, promessi nelle scorse settimane. Ricordiamo che nella giornata di ieri, la nave ONG spagnola Open Arms, partita da Cipro tre giorni fa, ha raggiunto le coste di Gaza. L'imbarcazione con 200 tonnellate di cibo è la prima a testare il corridoio umanitario marittimo promosso dalla Commissione Europea, in collaborazione con Stati Uniti e Emirati Arabi Uniti.
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