I combattimenti in Ucraina stanno attraversando una delle fasi più delicate, e Kiev ammette di trovarsi in serie difficoltà, in quanto le unità militari russe avanzano occupando uno dopo l'altro i villaggi lungo il confine. Nella notte, i sistemi di difesa aerea di Mosca hanno distrutto e intercettato cinque missili antinave Neptune e ventinove droni sul territorio di Krasnodar. Secondo il Ministero della Difesa, riporta la Tass, tre droni sono stati abbattuti anche nelle regioni di Belgorod e Tambov. Una serie di problematiche su più fronti, aggravate dall'ipotesi sempre più concreta della presenza di armi occidentali in territorio russo. Dopo le parole del Segretario Generale della NATO Stoltenberg sul sostegno incondizionato agli ucraini riguardo agli armamenti, Finlandia, Polonia e Danimarca hanno subito fatto sapere di appoggiare l'idea. Gli Stati Uniti, inizialmente titubanti, alla fine hanno scelto di aderire alla proposta. È notizia di oggi, che il Presidente Joe Biden ha "segretamente" dato il via libera all'Ucraina per colpire in territorio russo con armi statunitensi, ma solo nell'area vicina a Kharkiv e non a lungo raggio. Lo ha riferito Politico citando due fonti informate: "Il presidente ha ordinato al suo staff di garantire che Kiev sia in grado di utilizzare armamenti statunitensi a scopo di controffensiva". Un'inversione di rotta per Biden, che da sempre aveva respinto l'idea, ma che segue il deterioramento della situazione dell'Ucraina sul campo di battaglia. Il Cremlino ha reagito prontamente e con fermezza all'ultima mossa, esortando tutti gli Stati a procedere con cautela e a riflettere attentamente sulle potenziali ripercussioni delle loro azioni. Il Ministro degli Affari Esteri Sergej Lavrov non si è detto stupito dell'atteggiamento di Washington, accusando Biden di non essere un interlocutore serio e di non fare il necessario per risolvere il conflitto. Ha minacciato il rischio di una possibile guerra nucleare con conseguenze proporzionate.
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