Un periodo complesso costellato da continui conflitti, limiti alla libertà di espressione, di pensiero ma soprattutto, secondo l’ultima relazione annuale del Dipartimento americano, di culto: “Negli Stati Uniti si è registrato un forte aumento delle segnalazioni di crimini d'odio e di altri incidenti che hanno preso di mira sia i musulmani che ebrei". A dirlo il segretario di Stato americano Antony Blinken presentando il resoconto e ponendo attenzione riguardo le leggi sulla blasfemia in Pakistan; parole di condanna anche per quanto riguarda “il linguaggio antisemita dei funzionari pubblici in Ungheria e la loro retorica islamofobica.” Un'analisi accurata, su scala globale con critiche rivolte ad almeno 200 Stati. Rivolgendosi in particolare all’India ha dichiarato con preoccupazione: “stiamo assistendo a un allarmante incremento delle leggi anti-conversione, dei discorsi d'odio, della demolizione di case e luoghi di culto di membri di comunità religiose minoritarie.” L'Europa, afferma Blinken, registra un divario significativo nell'approccio alla libertà religiosa: da un lato vi sono nazioni che la tutelano e sostengono attivamente, dall'altro invece ci sono almeno nove paesi che hanno adottato divieti all'abbigliamento religioso in contesti pubblici. L'anno scorso funzionari ed esperti di circa 60 Paesi si sono riuniti nella Repubblica Ceca per uno scambio di opinioni su come opporsi ai governi autoritari che limitano la tale libertà. Infine, il rapporto evidenzia che nel mese di gennaio, la Slovenia ha modificato il Codice penale introducendo sanzioni più dure per i reati commessi per motivi di fede.
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