Grazie alla forte crescita economica dell'anno scorso, il bilancio della Slovenia nel 2017 ha fatto segnare un saldo positivo. Non molto - 13 milioni di euro, lo 0,03 per cento del PIL - tuttavia, la prima volta che ciò viene registrato dall'indipendenza del Paese. Dopo che nel 2013, a causa dei costi per il salvataggio del sistema bancario nazionale, il rapporto deficit-PIL era salito fino al 15 percento, la Slovenia è riuscita a ridurlo gradualmente in modo costante e nel 2017 ha centrato, come detto, l'obiettivo del pareggio di bilancio. Un trend destinato a proseguire anche quest'anno, le previsioni indicano infatti un rapporto positivo, lo 0,4 percento del Prodotto Interno Lordo. Soddisfazione è stata espressa dal ministro delle finanze, Mateja Vraničar Erman, per essere riusciti, in soli tre anni, a riequilibrare i conti pubblici. Ha però avvertito che il processo di consolidamento finanziario non è ancora concluso, bisogna lavorare con grande responsabilità, evitare spese che non siano razionali. Il paese, ha sottolineato, non è ancora in grado di poter affrontare senza traumi una eventuale nuova crisi economico-finanziaria globale. Rimanere quindi con i piedi per terra, evitando di ripetere gli errori commessi in passato. E nei primi due mesi del 2018 il deficit di bilancio è sceso di quasi un terzo rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Di solito in questo periodo è abbastanza alto a causa di alcune scadenze, come il pagamento degli interessi sui crediti. Ancora un dato riguardante il debito pubblico; negli ultimi anni registra un aumento; nel 2017 è salito a quasi 32 miliardi di euro, la tendenza è però verso una riduzione.