Dopo la decisione della Commissione Ue di non intervenire nella questione sloveno-croata, il primo ministro Cerar ha deciso che la Slovenia procederà individualmente con l'avvio della procedura legale. Domani il governo dovrebbe esprimersi riguardo il ricorso giurisdizionale.Dall’incontro del premier uscente Cerar con i rappresentanti dei partiti parlamentari sono emerse posizioni contrastanti sull’ipotesi mossa dal premier uscente di denunciare la Croazia al Tribunale Ue. La Commissione Europa ha intanto già fatto sapere che non prenderà posizione invitando le parti in causa a trovare un accordo. La Commissione dovrebbe garantire il rispetto della sentenza, ha detto Cerar, notando con rammarico che a prevalere sul diritto è stata la volontà politica. Come detto ora tocca alla Slovenia agire, il governo intende infatti decidere sulla possibilità’ di inoltrare la causa durante la sessione di giovedì, dopodiché il termine ultimo formale scade il 10 di luglio, ha precisato Cerar. Secondo l’esperto di diritto internazionale, Vasilka Sancin, non ha senso correre con i tempi e si dovrebbe includere maggiormente gli esperti di diritto nazionali, cosa che fino ad ora non è stata fatta. Cerar ha inoltre precisato che il governo dovrà inoltrare la procedura legale prima della riunione del Comitato esteri il quale si riunirà dopo la seduta costitutiva della Camera. Alla riunione hanno preso parte il Presidente del Partito democratico, Jnaša, del Desus, Erjavec Šarec dell’omonima lista, Židen degli Sd, Tonin di Nuova Slovenia, Jelinčič del Partito Nazionale, Alenka Bratušek e Matej Vatovec della Sinistra Unita.
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