Ieri in Slovenia su 5895 test eseguiti sono risultati positivi al Sars-Cov-2 1564 persone. Scende ulteriormente la percentuale di positivi che si assesta sul 26,53%, confermando il trend di decrescita dell’incidenza in atto, che secondo le proiezioni potrebbe portare a un calo dei contagi rilevante entro la fine del mese di novembre.
Purtroppo per ora resta alto il numero dei ricoveri con 1069 ricoveri totali, 169 pazienti in terapia intensiva e 24 morti; anche se ha commentato il portavoce del governo Jelko Kacin l’andamento anche su questo fronte fa sperare in un miglioramento nelle prossime settimane. La situazione resta ancora preoccupante in alcune aree del paese e per questo continua a valere l’invito a tutti i cittadini a continuare a mantenere alta la guardia.
Confermate d’altronde le misure prese a ottobre. Restano, quindi, chiusi i confini tra i comuni, con alcuni irrigidimenti nei confronti dei confini nazionali. Da ieri la Slovenia ha, infatti, ha inserito tra le zone rosse gli stati confinanti nella loro totalità, inasprendo quindi da lunedì i controlli e le misure preventive, escludendo alcune categorie come i lavoratori transfrontalieri. Dopo la lunga pausa delle vacanze autunnali da lunedì riprenderà la scuola, ma sempre a distanza, almeno ancora per una settimana mentre ci sono stati alcuni allentamenti per quanto riguarda le attività commerciali con il permesso ad aprire ad alcuni servizi come pedicure e negozi specializzati di vario genere.
Il direttore dell’istituto di microbiologia ed immunologia di Lubiana Miroslav Petrovec ha spiegato che nonostante l’introduzione dei test antigenici rapidi, che saranno a disposizione in modo sempre più diffuso in tutto il paese, non si può pensare che in attesa del vaccino (che sarà disponibile non prima di aprile) questi possano bastare a contenere il contagio, che si combatte solo con l’utilizzo della mascherina ed il rispetto del distanziamento e delle norme igieniche.
Barbara Costamagna