Si è arricchita di un nuovo capitolo la vicenda della controversa compravendita di un immobile da destinare ad uso giudiziario che, pochi mesi fa, ha portato alle dimissioni l'allora titolare del ministero della Giustizia, Dominika Švarc Pipan. Nelle scorse settimane l'opinione pubblica è venuta a conoscenza dell’esistenza di due relazioni eseguite dalla Corte dei conti e dagli organi interni del ministero competente. In entrambi i casi, secondo quanto è trapelato, emergono gravi irregolarità che però non si limitano al comportamento di Švarc Pipan, la cui firma in calce all’accordo di compravendita rimane un dato di fatto oggettivo. Durante un’intervista rilasciata al programma Odmevi nella serata di ieri, l’ex ministra non si è sottratta al confronto, anche perché la relazione della Corte dei Conti gioca per certi versi a suo favore. Nello scandalo di un immobile acquistato con soldi pubblici per un valore 4 volte superiore a quello di mercato, infatti, la versione di Švarc Pipan converge con le criticità evidenziate dai revisori dei conti pubblici. In sostanza, la documentazione per l’acquisto è stata preparata in modo incompleto e inadeguato per l’effettivo stato di salute dell’immobile. L’ex ministra ha ribadito l’ipotesi di essere stata tratta in inganno dagli stessi servizi professionali del ministero che avrebbero dovuto consigliarla in modo diverso. A contrastare con questa posizione, però, è proprio la versione ministeriale, che mette nero su bianco il ruolo dell’allora ministra anche nella ricerca attiva dei fondi per l’acquisto. Ed è proprio questo il sentiero stretto che, secondo le indiscrezioni, potrebbe portare sul banco degli imputati il premier, il ministro delle Finanze, e un’altra decina di persone. Ipotesi sulla quale indaga la magistratura, che vuole capire se davvero la documentazione firmata da Švarc Pipan fosse corretta per l’acquisto di un immobile che, però, aveva quelle condizioni solo sulla carta. Insomma, la polemica politica rischia di riaccendersi se non vengono accertate con chiarezza le irregolarità di tutti gli attori coinvolti.
Valerio Fabbri