Foto: BoBo
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A prescindere da chi hanno votato, i cittadini si sono espressi affinchè la Slovenia abbia una compagine in grado di governare e che cominci quanto prima a risolvere i problemi. Come alternativa ad un governo guidato dal partito che ha vinto, si pensa ad un raggruppamento come quello appena sfaldatosi e che ha portato al voto anticipato, avverte Janša. Per quanto riguarda la possibilità di formare una coalizione, ha detto che dipenderà dai partiti che verranno invitati a farne parte. Inviteremo tutti, ha precisato, anche quelli che adesso escludono la partecipazione ad una maggioranza con l'SDS; la base per le trattative, cosi Janša, sarà il programma di governo. Ieri il presidente della repubblica Pahor ha annunciato che domani, giovedi, riceverà Janša per un incontro informale, per discutere dell'incarico di premier. Le consultazioni vere e proprie cominceranno dopo la sessione costitutiva della Camera di Stato, prevista per il 22 o 23 giugno. L'incarico esplorativo dovrebbe arrivare a inizio luglio. Janša non esclude nemmeno nuove elezioni anticipate, assicura però che se ciò dovesse avvenire non sarà per volontà dell'SDS. Ha poi aggiunto che uno dei temi da affrontare nei negoziati per la coalizione sarà anche il sistema elettorale; va cambiato, dice, per evitare che tra otto anni si arrivi ad un'affluenza alle urne del 30 o 20 percento. E da più parti arrivano sollecitazioni affinchè il paese abbia quanto prima un governo operativo, anche se le trattative si prospettano lunghe e complesse. Lo hanno fatto i rappresentanti delle organizzazioni sanitarie, all'indomani delle elezioni, avvertendo che la Sanità continua ad affrontare seri problemi, in primo luogo finanziari. Ieri il coordinamento di categoria ha detto di attendersi dal nuovo esecutivo una riforma della Sanità, che garantisca ai medici adeguate condizioni di lavoro e cambiamenti nell'organizzazione degli istituti sanitari.