Foto: BoBo
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Archiviate le elezioni di domenica è già tempo di consultazioni e verifiche all'interno dei partiti per valutare i risultati del voto, mentre il presidente della repubblica, Pahor, conferma un primo incontro informale con il leader dell'SDS, Janša, che ha conquistato la maggioranza relativa in Parlamento. E' giusto, ha ribadito intervenendo a TV Slovenia, che il vincitore delle elezioni abbia per primo la possibilità di cercare di formare un governo. Ha confermato di aver invitato Janša ad un colloquio da tenere entro questa settimana, invito che è stato accettato. La prossima settimana Pahor dovrebbe convocare la sessione costitutiva della Camera di Stato, prevista per il 22 o 23 giugno. Dopo quella data, consultazioni con i gruppi parlamentari e, a inizio luglio, l'inoltro della candidatura di Janša per la formazione dell'esecutivo. Si prevedono comunque tempi lunghi e, considerata la ripartizione dei seggi tra centrodestra e centrosinistra, notevoli difficoltà per dare vita a una coalizione che possa contare sulla maggioranza assoluta. Qualora Janša non riuscisse nell'intento, spetterebbe a Marjan Šarec, la cui Lista si è piazzata al secondo posto, il tentativo di mettere a punto una compagine chiamata a governare il paese. Trattative che, come detto, si prospettano complesse, tenuto anche conto dei probabili veti incrociati. Intanto, parte il confronto all'interno dei partiti per una analisi del voto; già oggi si riunisce il comitato esecutivo di Nuova Slovenia, per decidere in merito alle dimissioni offerte da Matej Tonin, dopo i deludenti risultati delle urne; in campagna elettorale aveva promesso il raddoppio dei seggi in Parlamento, missione che però non è riuscita.