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Le misure restrittive messe in campo dal governo sloveno, nelle ultime due settimane, stanno dando i loro frutti: la curva dei contagi nel Paese si sta appiattendo. Resta, tuttavia, critica la situazione negli ospedali. Lo ha detto il portavoce del governo Jelko Kacin, illustrando gli ultimi dati epidemiologici. 1508 i contagi nelle ultime 24 ore. La regione messa meglio continua ad essere quella Costiero-carsica, con 17 casi a Pirano e 15 a Capodistria.
Come annunciato già ieri dal governo, da oggi e da lunedi scattano tutta una serie di limitazioni. Prorogati coprifuoco, divieto di uscire dal proprio comune e didattica a distanza. Particolarmente inasprite le condizioni per attraversare i confini.
Da diversi anni il Centro di ricerche scientifiche di Capodistria opera in difficili condizioni di spazio. La sede centrale è molto piccola e vecchia, mentre per i relativi istituti -in totale sono 8- ha preso dei vani in affitto. Il Comune di Capodistria è disposto a cedere l'antico Palazzo de Belli, ma ad alcune condizioni.
Il governo sloveno ha irrigidito ulteriormente le misure di contenimento dei contagi. "Siamo costretti a farlo per evitare il collasso del sistema sanitario e ulteriori danni all'economia", ha spiegato il ministro della salute Tomaž Gantar. Con lunedì si fermano i trasporti pubblici e tutte le attività non essenziali. Già da domani, invece, stretta agli assembramenti: saranno consentiti soltanto all'interno del proprio nucleo familiare. E si irrigidiscono pure le condizioni per attraversare la frontiera.
Nel paese resta sostanzialmente stabile l'incidenza di contagi, al 28,5%. Più di 1900 i nuovi positivi su oltre 6700 test effettuati. Superata la soglia dei 1200 pazienti ricoverati, la situazione negli ospedali del paese resta seria. Nuovo picco di decessi, 41.
Le misure anticovid stanno cambiando anche il settore dell'agricoltura: si nota un aumento delle vendite a domicilio e c'è un maggiore interesse per i prodotti a "chilometro zero". Lo dice Gregor Križman, agrioltore italiano di Strugnano.
In Slovenia torna ad aumentare il numero di persone che hanno contratto il coronavirus. Ieri su oltre 7500 test effettuati, i tamponi positivi sono stati più di 2200, ovvero quasi il 30%. Record di decessi, che sono stati 40. Il ministro della salute, Tomaž Gantar, ha ribadito che con questi dati un ulteriore inasprimento è necessario. Il sistema sanitario resta sotto pressione, quasi 1200 gli ospedalizzati, più di 200 di questi in terapia intensiva.
Dovrebbe essere varata domani dal presidente della Regione Friuli Venezia Giulia una nuova ordinanza con ulteriori restrizioni per arginare i contagi Covid. Una scelta dettata dall'inasprimento dei dati anche in regione e che viene giocata d'anticipo rispetto alle decisioni del Governo con lo scopo di scongiurare restrizioni ancora più severe da parte di Roma.
Per far fronte all'aumento del numero di contagi e nello stesso tempo limitare i danni all'economia, il governo sloveno si sta muovendo in entrambe le direzioni. Per domani è stata annunciata la probabile proroga delle misure restrittive, mentre già oggi è stato inviato in Parlamento il sesto pacchetto di provvedimenti volti a ridurre l'impatto dell'epidemia sulle imprese.
Qualche contagio in meno, ma più ricoverati e più pazienti in terapia intensiva. Il quadro epidemiologico in Slovenia, dove ieri le persone ospedalizzate erano 1.171, rischia di mettere a repentaglio la stabilità del sistema sanitario, tanto che il ministro della salute Tomaž Gantar ha proposto un lockdown generale di 14 giorni. All'interno del governo, però, il ministro dell'economia Zdravko Počivalšek è fortemente contrario. Sarebbe una stangata, ha detto, per il tessuto economico.
In Slovenia il quadro epidemiologico sembra si stia stabilizzando. Più di 1000 i tamponi positivi ieri su quasi 4500 test effettuati. Resta elevato, invece, il tasso di ricoveri negli ospedali. Secondo il dottor Robert Carotta, che coordina i posti letto dei malati Covid, nonostante l'alto numero di ospedalizzati il sistema sanitario sta resistendo e per vedere miglioramenti in questo frangente bisognerà attendere ancora qualche settimana.
Il Friuli Venezia Giulia resta zona gialla, secondo i parametri nazionali italiani, ma l'allerta è alta perchè nell'ultima settimana 23 tamponi su 100 sono positivi. In una lettera 350 medici tra anestesisti e rianimatori dell'AAROI EMAC chiedono misure restrittive più severe per fronteggiare l'emegenza sanitaria che anche in regione deve fare i conti con un numero di terapie intensive esiguo rispetto alle crescenti domande.
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