Il premio per il miglior lungometraggio è andato al film »Cagna-termine dispregiativo per una donna« della regista Tijana Zinajić. Il premio per la miglior regia è andato invece al regista Darko Sinko per il film L'inventario. La giuria del concorso principale composta da Primož Bezjak, Dana Budisavljević e Želimir Žilnik non ha avuto dubbi. Tra i dieci film in gara ha scelto un film che scoppia di energia, di vita e di simpatia per i propri personaggi che appartengono ad una generazione che non vuole diventare adulta. Una pellicola realizzata da un team artistico altamente creativo, anticonvenzionale, che ha portato in campo un nuovo modo di fare cinema in Slovenia. La pellicola è stata premiata anche per la sceneggiatura, scritta da Iza Strehar, mentre la convincente e dinamica Liza Marijina che interpreta il personaggio di Eva ha ricevuto il premio Vesna come miglior attrice protagonista. Anuša Kodelja ha inoltre vinto il premio Vesna per il ruolo secondario. Il film ha vinto anche il premio per la scenografia e la costumografia, nonché è stato votato dal pubblico come miglior film del festival in assoluto. L'altro film più gettonato della serata è L'inventario del regista Darko Sinko, che porta a casa il premio quale miglior regista esordiente e altri tre premi Vesna: miglior attore protagonista, andato a Radoš Bolčina, miglior attore nella parte secondaria vinto da Dejan Spasić, miglior colonna sonora inoltre per Matija Krečič. In gara per i premi Vesna ben 54 pellicole, tra cui sei lungometraggi e quattro documentari. Ne sono stati assegnati 22. Sono stati oltre cinquemila gli spettatori registrati nei sei giorni del festival all'Auditorio e al Centro Monfort di Portorose. Un pubblico giovane e altamente motivato, anche perché il direttore Bojan Labović ha fatto in modo che per ogni biglietto venduto venisse lasciato in cassa un euro in più. Ciò ha permesso a 60 studenti dell'Accademia per la cinematografia di Lubiana e della Scuola per il cinema di Nova Gorica di soggiornare a Portorose e partecipare attivamente al festival.
Miro Dellore