Tra le richieste avanzate dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky una no fly zone sull'Ucraina, il trasferimento a Kiev di armi offensive, una rapida procedura di adesione all'Unione europea e la messa al bando totale delle attività commerciali con la Russia. Nessuna di queste è stata per il momento accolta dalla Comunità internazionale che promette comunque misure aggiuntive per spingere la Russia ad interrompere le operazioni in Ucraina. Zelensky ha ringraziato il Consiglio Ue per le restrizioni economiche già adottate nei confronti della Russia, sottolineando però come l'Europa si sia mossa troppo tardi per fermare l'invasione russa, perché non ha sanzionato prima Mosca e bloccato il gasdotto Nord Stream 2. Nelle conclusioni del Consiglio Ue, i Ventisette sono tornati a ribadire che continueranno a fornire aiuti finanziari, politici, materiali e umanitari all'Ucraina. I leader dell'Ue hanno inoltre riconosciuto le aspirazioni ucraine d'ingresso nell'Unione europea, ma nessuna decisione concreta è stata presa in merito. Sul fronte militare, tuttavia, la posizione della Nato è molto netta ed è stata espressa ampiamente dal presidente francese, Emmanuel Macron, che ha parlato chiaramente della necessità di porre fine al conflitto in Ucraina "senza fare la guerra" e non superare la linea rossa della "cobelligeranza". Particolarmente contrario all'estensione delle sanzioni chiesto da Zelensky si è detto il presidente ungherese Viktor Orban, sottolineando come la priorità sia rimanere fuori dalla guerra e proteggere le famiglie ungheresi. Immediata la reazione del Cremlino. Il ministro degli Esteri russo, Sergei Lavrov, ha detto che contro la Russia è stata aperta una guerra ibrida totale. Per Lavrov le relazioni internazionali vivono una tensione altissima a causa del desiderio implacabile dell'Occidente di mantenere il proprio dominio negli affari internazionali.
Maja Novak