Foto: Reuters
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Forte messaggio di unità dai leader del G7: "Continueremo a fornire sostegno finanziario, umanitario, militare e diplomatico e a stare al fianco dell'Ucraina fino a quando sarà necessario". Lo si legge nella bozza del comunicato finale del vertice, in cui viene valutata anche la possibilità di fare uso dei proventi dei dazi sulle importazioni dalla Russia per fornire sostegno a Kiev.
Il capo del Cremlino, "Vladimir Putin, spera che qualcuno nel G7 e nella Nato si divida, ma non è affatto accaduto e non accadrà". Lo assicura il presidente statunitense, Joe Biden, annunciando lo stanziamento di 600 miliardi di dollari fino al 2027 destinati ad investimenti in infrastrutture nel mondo. L'iniziativa, lanciata per offrire un'alternativa alla Via della Seta della Cina e denominata Partenariato per le infrastrutture globali, "fornirà progetti rivoluzionari per colmare il divario infrastrutturale nei paesi in via di sviluppo, rafforzare l'economia globale e le catene di approvvigionamento e far progredire la sicurezza nazionale degli Stati Uniti". Si tratta di investimenti in "infrastrutture resilienti ai mutamenti climatici" con l'obiettivo di affrontare la crisi del clima e di migliorare la sicurezza energetica, contribuendo anche a rafforzare le infrastrutture sanitarie e l'uguaglianza di genere.
Per quanto riguarda il limite al prezzo del petrolio, il presidente del Consiglio Ue, Charles Michel, spiega che l'obiettivo è "colpire la Russia e non le economie" occidentali. Secondo il capo del governo italiano, Mario Draghi, è necessario "ridurre i finanziamenti alla Russia" e "eliminare una delle principali cause dell'inflazione. Anche quando i prezzi dell'energia scenderanno, non è pensabile tornare ad avere la stessa dipendenza da Mosca". Draghi propone di "eliminare per sempre la dipendenza energetica dalla Russia. Prima con una spinta alle infrastrutture del gas, poi con la riconversione all'idrogeno. Un modo per conciliare le esigenze a breve con quelle a lungo termine". Per quanto riguarda lo sblocco del grano ucraino, "dobbiamo accelerare i nostri sforzi sul fronte della sicurezza alimentare. È essenziale sbloccare il grano in Ucraina molto prima di metà settembre, quando arriverà il nuovo raccolto. Dobbiamo dare tutto il nostro sostegno all'Onu - dice ancora Draghi - perché possa procedere più velocemente nel suo lavoro di mediazione".


E. P.