Dopo una fragile apertura a un compromesso da parte del ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, basata sulla proposta di neutralità di Kiev, arriva la smentita del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, che rifiuta l'idea di un modello svedese o austriaco di neutralità e ribadisce che il Paese vuole garanzie di sicurezza contro la Russia. Il capo negoziatore russo propone uno Stato demilitarizzato ma con proprie forze armate. Una proposta inaccettabile per Kiev che esige un accordo in cui i firmatari si impegnano ad intervenire in caso di aggressione. Il premier britannico Boris Johnson ha intanto escluso l'adesione dell'Ucraina alla Nato in un prossimo futuro. Questa posizione è stata più volte ribadita anche nei colloqui con il presidente ucraino Zelensky, ha spiegato Johnson, sottolineando che capisce quale sia al momento la posizione di Kiev e le sue motivazioni per voler entrare nell'Alleanza Atlantica. Il procuratore capo della Corte penale internazionale, Karim Khan, è intanto arrivato in Ucraina. Per il presidente Zelensky ciò significherebbe che gli occupanti russi saranno giudicati responsabili di tutti i crimini di guerra contro gli ucraini. Zelensky si è intanto rivolto al Congresso degli Stati Uniti per rinnovare i suoi appelli per un maggiore aiuto e una linea più dura contro la Russia. Nel discorso ha chiesto ancora una volta il divieto di sorvolo dello spazio aereo e ha sollecitato gli Stati Uniti a facilitare il trasferimento di jet da combattimento.
Maja Novak