Luce verde del Consiglio Europeo all'inizio dei negoziati con Ucraina e Moldavia, il Premier ungherese Orban è uscito dall'aula e non ha votato. Lo stesso Orban, al termine della prima giornata di lavori del vertice dei leader europei, ha evidenziato di avere posto il veto per i fondi aggiuntivi a Kiev e per la revisione del quadro finanziario pluriennale, aggiungendo che si tornerà sulla questione l'anno venturo in sede di Consiglio Europeo dopo un'adeguata preparazione. La decisione del Consiglio ha visto l'apertura dei negoziati con Ucraina e Moldavia, lo status di Paese candidato per la Georgia, mentre per quanto riguarda la Bosnia-Erzegovina i negoziati verranno aperti non appena sarà raggiunto il necessario grado di conformità ai criteri di adesione, con un invito alla Commissione Europea di riferire entro marzo prossimo in vista di tale decisione. In riferimento alla scelta di aprire i negoziati di adesione con Kiev, fonti europee hanno riferito che il Premier ungherese Orban non era presente nella sala del Consiglio Europeo quando è stata tenuta la votazione sull'allargamento, precisando che Orban ha notificato la sua assenza al Presidente Michel e che non ha delegato nessun altro leader a rappresentarlo né per dare il suo assenso né per un dissenso. Quindi Orban è stato considerato come non votante e la decisione presa è considerata ugualmente valida. Orban, al termine della prima giornata del Consiglio ha dichiarato che l'adesione ucraina all'Unione Europea è una decisione sbagliata e che il suo paese non intende essere parte di tale decisione. Per Orban la posizione di Budapest è chiara, avviare i negoziati con Kiev in queste circostanze è una decisione del tutto insensata, irrazionale e sbagliata, indicando che altri 26 paesi hanno insistito affinché tale decisione fosse presa, e aggiungendo che per questo motivo l'Ungheria ha deciso che se i 26 sceglieranno di dare seguito a quanto proposto dovranno andare per la loro strada. Oggi seconda giornata del vertice.
Franco de Stefani