Il capo negoziatore russo Vladimir Medinsky ha parlato di "colloqui costruttivi" con Kiev. Pronto a continuare i negoziati si è detto anche il delegato ucraino Mikhaylo Podolyak, consigliere del presidente ucraino Volodymyr Zelensky, secondo cui nella fase successiva bisognerà coinvolgere anche i Paesi garanti. La Turchia, che ha ospitato l'incontro di oggi, fa parte degli otto Stati garanti designati da Kiev. Al termine dell'ultima sessione di colloqui, il capo della delegazione ucraina, David Arakhmia, ha fatto sapere che il governo di Kiev ha proposto alla Russia di accettare lo status di neutralità in cambio di un sistema di garanzie per la sicurezza dell'Ucraina. Con la neutralità, ha precisato il negoziatore, non ci sarebbero basi straniere in Ucraina. Mosca ha intanto annunciato passi tangibili che contribuiscano a una de-escalation della crisi. "I colloqui ora sono in fase concreta e la Russia interromperà l’attività militare vicino a Kiev e Chernikiv", ha spiegato il consigliere presidenziale russo Medinsky. La decisione è stata presa al fine di aumentare la fiducia reciproca per i futuri negoziati. Tra i punti discussi nei negoziati anche l'istituzione di un sistema di sicurezza garantito da più paesi, fra i quali anche la stessa Turchia e l'Italia. Si è parlato inoltre di colloqui aggiuntivi in merito allo status della Crimea e del Donbass. In quanto all'adesione all'Unione europea, le autorità ucraine fanno sapere che il procedimento non sarà interrotto. Kiev si è dall'altro canto impegnata a non aderire alla Nato. Il capo negoziatore ucraino ha fatto inoltre sapere che prima di entrare in vigore, un accordo di pace tra Mosca e Kiev dovrà esser approvato in un referendum popolare nazionale e poi dai Parlamenti di tutti i paesi garanti della sicurezza ucraina. Si fa intanto sempre più concreta la possibilità di un incontro tra il leader del Cremlino Vladimir Putin e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Questo avverrà una volta che sarà raggiunta una bozza di trattato tra le parti.
Maja Novak