Si sta delineando con chiarezza la tattica del premier britannico Johnson nel gestire la complessa uscita della Gran Bretagna dall'Unione Europea. Il governo di Londra ha fatto tutto il possibile nella speranza di raggiungere un accordo con Bruxelles, mostrando grande flessibilita', ha dichiarato Johnson aggiungendo che se Bruxelles non fara' altrettanto Londra uscira' il 31 ottobre prossimo senza un'intesa. E' questo il centro della dichiarazione di Johnson davanti ai Comuni, in cui ha evidenziato che e' importante che Bruxelles sia consapevole che si tratta della volonta' britannica e che il governo e' pronto, nel caso, al no-deal. Per il leader dei laburisti Corbyn si tratta di una proposta sconsiderata quella avanzata all'Europa, una riedizione in peggio del piano May, precisando che nessun laburista potra' sostenere un tale accordo, che sarebbe usato come lancio per attaccare standard e diritti nel paese. Secondo Corbyn sono necessari ulteriori seri negoziati e quindi far decidere alla popolazione se andarsene con un accordo ragionevole o rimanere. Il vice premier irlandese e ministro degli esteri Coveney ha affermato che se queste sono le ultime proposte allora sara' no-deal. Coveney ha evidenziato che Johnson vuole certamente un nuovo accordo e che le ultime proposte rientrano in quella direzione, ma contengono dei problemi fondamentali sui controlli doganali e sul potere di veto del parlamento dell'Irlanda del Nord. Il piano Johnson non convince neanche il capo negoziatore europeo Barnier, che in privato avrebbe confidato di temere una trappola. Il progetto, lo ricordiamo, prevede che l'Irlanda del Nord lasci l'unione doganale alla fine del periodo di transizione insieme al resto del Regno Unito, ma parallelamente la provincia nord irlandese rimarrebbe nel mercato unico europeo, allineata con le regole europee sulle merci ma solo se il parlamento di Belfast votera' in questo senso entro dicembre 2020. Questo preoccupa Barnier. In caso di voto negativo l'Europa rimarrebbe intrappolata senza backstop per preservare il mercato unico dopo il Brexit. La posizione di Dublino e' stata rafforzata dal presidente del consiglio europeo Tusk, il quale al premier Johnson ha detto che Bruxelles rimane aperta ma non ancora convinta.
Franco de Stefani