Nella conversazione durata un'ora Scholz ha condannato l’aggressione russa in Ucraina, che tra l’altro si appresta a raggiungere i 1000 giorni, e ha chiesto a Putin di ritirare le truppe per negoziare la pace con Kiev. Quest’ultimo ha risposto che qualsiasi soluzione sull'Ucraina deve tenere conto delle “nuove realtà territoriali” e garantire la sicurezza e gli interessi della Federazione russa. Inoltre, per Putin, è fondamentale individuare e risolvere le cause alla radice del conflitto per prevenire future escalation. Il colloquio telefonico ha fatto storcere il naso al Paese invaso: Zelensky ha espresso disappunto sostenendo che Scholz ha innescato una dinamica potenzialmente pericolosa. “Ha aperto il vaso di Pandora e da questo momento in poi potrebbero esserci ulteriori contatti e chiamate da parte di più Nazioni, e questo è precisamente ciò che Putin cerca da tempo per uscire dall'isolamento internazionale.” Tuttavia, durante un’intervista radiofonica il Presidente ucraino ha evidenziato la necessità impellente di avviare le trattative di pace per porre fine al conflitto entro l'anno prossimo “anche se non c’è una data precisa.” Nonostante le difficoltà militari incontrate dalle forze di difesa, in particolare nella regione orientale, Zelensky ha rimarcato la centralità della mediazione nella risoluzione della crisi. Ha sottolineato però come l'atteggiamento intransigente di Putin ostacoli qualsiasi tentativo di trovare un accordo. Mentre la situazione rimane tesa, i diplomatici sono impegnati per individuare una via d'uscita alla crisi. Il contributo di Donald Trump, in qualità di nuovo Presidente degli Stati Uniti, si potrebbe rivelare fondamentale per facilitare il dialogo tra le parti. Pochi giorni fa il repubblicano aveva dichiarato che la sua amministrazione farà del conflitto russo-ucraino una priorità del suo mandato. "Lavoreremo molto duramente, il conflitto deve finire. Russia e Ucraina la devono smettere.”
Alessia Mitar