Foto: Pocitnice.si
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Già alla vigilia dell'evento, era emerso che non si sarebbe trattato di un incontro di alto livello come quello di Parigi della scorsa settimana. In quella sede, il segretario di Stato USA, Marco Rubio, aveva preso la parola a nome degli Stati Uniti, ma ieri ha declinato la sua partecipazione. Dopo l'incontro di Parigi, Rubio aveva minacciato di ritirarsi dalla mediazione per la pace in Ucraina se non fossero stati compiuti progressi concreti. Prima di tale incontro, gli Stati Uniti avevano presentato una proposta alla delegazione ucraina per risolvere il conflitto, che prevedeva la rinuncia di Kiev ai territori occupati. Tale proposta includeva il riconoscimento da parte degli Stati Uniti della sovranità russa sulla Crimea, annessa nel 2014. Inoltre, si prevedeva l'interruzione dei combattimenti lungo la linea del fronte e un impegno dell'Ucraina a non entrare mai nella NATO. Washington avrebbe anche contemplato la revoca delle sanzioni contro la Russia, secondo fonti anonime. Secondo il Financial Times, il presidente russo Putin avrebbe proposto, all'inizio del mese, a San Pietroburgo un "congelamento" del fronte a Steve Witkoff, inviato speciale degli Stati Uniti, in cambio del controllo continuativo sui territori occupati e del collegamento con la Crimea, ma rinunciando altresì al pieno controllo su alcune regioni, come Donetsk, Luhansk, Zaporižja e Kherson. Witkoff è atteso a Mosca per il quarto incontro dal mandato di Trump. Nel frattempo, gli alleati europei, che chiedono il ritiro totale della Russia dall'Ucraina, stanno conducendo colloqui per una missione militare post-cessate il fuoco in Ucraina. La Russia ha messo in guardia contro l'urgenza nel risolvere il conflitto, mentre le sue forze hanno intensificato gli attacchi in Ucraina.

Corrado Cimador