Secondo i ricercatori della Nasa e del National Snow and Ice Data Center dell'Università del Colorado, in settembre la copertura dei ghiacci marini dell'Artico ha toccato il suo minimo annuale. Nel 2018 l'estensione minima del ghiaccio marino artico a settembre è stata di 4,59 milioni di chilometri quadrati. Un dato che conferma la tendenza alla riduzione dei ghiacci marini artici, che sta avvenendo a un ritmo di circa 54 mila chilometri quadrati all'anno. Si tratta della sesta estensione minima estiva più bassa mai registrata da quando sono disponibili le rilevazioni satellitari. Inoltre nel 2018 si è manifestato un fenomeno anomalo, definito dai ricercatori preoccupante, si è aperta una polinia ovvero un'area di acqua marina libera dai ghiacci e circondata dalla banchisa a nord della Groenlandia dove tipicamente si trova il ghiaccio marino più antico e più spesso dell'Artico. L'acqua appena esposta assorbe la luce del Sole più del ghiaccio e riscalda l'oceano, e questo influisce sulla velocità con cui il ghiaccio marino crescerà nell'autunno successivo. Inoltre colpisce anche l'ecosistema locale; per esempio, ha un impatto sulle popolazioni di foche e orsi polari che si affidano ai ghiacci marini più spessi e coperti di neve sia per le tane in cui rifugiarsi sia per la caccia. L'ecosistema sarà messo a rischio anche dall'apertura della la cosiddetta "rotta marittima del Nord", il passaggio che collega Asia ed Europa passando per il Mar Glaciale Artico. Infatti, il 17 agosto una petroliera russa per la prima volta è riuscita a compiere la traversata, senza l'aiuto di una nave rompighiaccio. A riguardo il presidente russo Vladimir Putin ha detto che si tratta di un grande evento per l'apertura dell'Artico, il cui sfruttamento commerciale era nei piani del governo russo già da diversi anni.