Oggi il governo locale della Catalogna ha introdotto misure restrittive per limitare il più possibile il consumo d'acqua a causa della grave siccità che la regione sta vivendo. Un problema che la zona soffre da tempo e che ha fatto scattare un campanello d'allarme dopo che ieri il livello dei bacini artificiali dei territori interessati è sceso sotto il 16% del livello medio. Le istituzioni hanno esteso le misure di emergenza a 202 comuni della regione, fra cui il capoluogo Barcellona e tutta l'area urbana. Sei milioni gli abitanti coinvolti nell'emergenza; la misura riguardo la riduzione giornaliera d'acqua resterà in vigore per almeno un anno e tre mesi. Sarà vietato attivare le fontane ornamentali e riempire le piscine. Ridotto notevolmente il consumo per il settore agricolo, l'allevamento e l'uso domestico. In alcuni casi sarà anche ridotta la pressione dell'acqua. Neanche gli spazi verdi potranno essere irrigati tranne quando è in gioco la sopravvivenza degli alberi, con l'eccezione dei parchi pubblici, nei quali però bisognerà usare acqua non potabile.
Il presidente catalano Pere Aragones nel riferire quanto deciso ha voluto ringraziare "gli sforzi congiunti dei cittadini, del settore industriale, di quello agricolo e il lavoro di programmazione dei tecnici, che con gli investimenti hanno consentito un uso più efficiente delle risorse e di ritardare di 15 mesi l'entrata nello stato di emergenza". Nelle ultime settimane le autorità regionali non hanno escluso l'ipotesi di dover ricorrere a mezzi di trasporto come le autobotti per assicurare la distribuzione di acqua. Gli effetti del cambiamento climatico sono sempre più visibili e sconvolgono sempre di più il normale equilibrio dell'ecosistema; il che può provocare gravi rischi per l'uomo e per tutte le altre forme di vita.
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