Secondo il Wall Street Journal gli Stati Uniti starebbero portando avanti una serie di colloqui segreti per convincere il presidente venezuelano Nicolas Maduro a lasciare il potere e il paese in cambio della grazia. Sul presidente venezuelano pendono, infatti, una serie di incriminazioni del dipartimento di Giustizia statunitense, che ne 2020 ha messo una ricompensa di 15 milioni di dollari per informazioni che potessero portare al suo arresto. Il tentativo è quello di riportare l'ordine in Venezuela, dove le proteste e la conseguente repressione si stanno facendo sempre più dure, cercando di facilitare le dimissioni di Maduro entro la fine dell'amministrazione Biden, visto che una vittoria di Donald Trump potrebbe mettere la parola fine ai colloqui. L'ex presidente potrebbe riprendere le sue politiche aggressive nei confronti di Maduro iniziate nel 2019, quando la sua amministrazione sostenne un governo ombra per rovesciare il regime.
Sembra che gli Stati Uniti si siano impegnati anche a non chiedere l'estradizione di altre figure del regime accusate, tra l'altro, di un maxi traffico di cocaina negli Usa. L'operazione rappresenta un barlume di speranza per l'opposizione che da settimane sta cercando di dimostrare la vittoria dell'ex diplomatico Edmundo González Urrutia, che rivendica di aver ottenuto il 70% delle preferenze. Anche Brasile, Messico e Colombia sono stati coinvolti nel tentativo di risolvere lo stallo.
Nel frattempo l'Italia sta tentando di capire che fine hanno fatto una serie di politici venezuelani in possesso anche della cittadinanza italiana che, per la loro militanza nelle file dell'opposizione, sono stati arrestati o scomparsi in queste settimane.
Barbara Costamagna