L'inquinamento atmosferico generato dalle navi rappresenta una seria minaccia per la salute umana, il clima e l'ambiente. L'industria marittima ha mostrato un notevole ritardo rispetto ad altri settori nella riduzione delle emissioni inquinanti, rendendo urgente la necessità di abbattere le emissioni di zolfo. Lo zolfo, che si trova in natura, entra nell'atmosfera attraverso processi naturali e attività umane, come la combustione di combustibili fossili. Le emissioni di zolfo si trasformano in ossidi di zolfo, tra cui l'anidride solforosa, che possono innescare reazioni chimiche dannose e contribuire alla formazione di piogge acide. Inoltre, composti come il biossido di zolfo sono responsabili di inquinamento delle acque e possono causare gravi problemi respiratori, contribuendo al deterioramento dello strato di ozono. Secondo le stime della Commissione europea, ogni anno in Europa si registrano circa 50.000 morti premature a causa di cancro, malattie cardiovascolari e patologie respiratorie legate all'inquinamento atmosferico prodotto dalle navi. L'istituzione di aree di controllo delle emissioni nel Nord Europa e negli Stati Uniti ha portato a un notevole miglioramento della qualità dell'aria. Tuttavia, il Mar Mediterraneo rimane scarsamente regolamentato, nonostante rappresenti un importante snodo per le linee di navigazione globali. La decisione dell'Organizzazione Marittima Internazionale (IMO) di istituire un'area di controllo delle emissioni di zolfo a partire dal 2025 è un passo positivo, ma per raggiungere risultati simili a quelli ottenuti nel Nord Europa e negli Stati Uniti, è necessario introdurre anche un'area di controllo delle emissioni di NOx nel Mediterraneo e rafforzare le politiche di regolamentazione del trasporto marittimo.
Corrado Cimador