Il premier israeliano Netanyahu ha ordinato ai membri del suo gabinetto di astenersi dal rispondere alla sentenza provvisoria della corte internazionale di giustizia sul caso di genocidio avanzato dal Sudafrica contro Israele. Netanyahu, dal canto suo, ha dichiarato che la volontà della corte di discutere le accuse di genocidio contro Israele è una vergogna che non sarà cancellata, generazione dopo generazione e che Tel Aviv continuerà a facilitare gli aiuti umanitari e farà del suo meglio per tenere i civili lontani dal pericolo. Nonostante ciò il ministro israeliano della sicurezza nazionale Ben Gvir ha parlato di "tribunale antisemita" e che la sentenza "dimostra ciò che si sapeva in anticipo, il tribunale non cerca giustizia ma la persecuzione del popolo ebraico".
Il ministero degli esteri sudafricano ha indicato che si tratta di una vittoria decisiva per le regole internazionali e una pietra miliare per la ricerca della giustizia per i palestinesi. Il ministro degli esteri palestinese al Maliki ha evidenziato che i giudici hanno fissato i fatti e la legge, sentenziando in favore dell'umanità e delle leggi internazionali.
Saluta la sentenza della Corte internazionale di giustizia anche il Ministero degli esteri sloveno. "Il messaggio a Israele è chiaro: deve subito fermare l'agonia della popolazione civile nella Striscia di Gaza - afferma la Ministra Tanja Fajon la quale si attende che le disposizioni del Tribunale vengano subito messe in pratica. Nel contempo Fajon esprime preoccupazione per il destino degli ostaggi in mano a Hamas e ne sollecita l'immediato rilascio incondizionato. La Slovenia insiste sulla posizione che a Gaza bisogna arrivare quanto prima a un cessate il fuoco, all'apertura di canali per gli aiuti umanitari e a un piano di pace che conduca alla soluzione dei "due Paesi". (red)
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