Sono passati tre anni di negoziati e una sessione finale durata due settimane a New York: la "Convenzione delle Nazioni Unite contro la criminalità informatica" è stata approvata per consenso e sarà ora sottoposta all'Assemblea Generale per l'adozione formale. Nonostante l'opposizione di Stati Uniti ed Europa, nel 2019 è stato creato un comitato intergovernativo per elaborare questo trattato su proposta della Russia. La convenzione, che potrebbe entrare in vigore dopo essere stata ratificata da 40 Paesi, ha l'obiettivo di combattere più efficacemente la criminalità informatica e rafforzare la cooperazione internazionale in questo settore, in particolare con il riciclaggio di denaro. Il testo in particolare prevede che uno Stato, per indagare su qualsiasi reato punibile con almeno quattro anni di reclusione ai sensi della propria legislazione nazionale, possa richiedere alle autorità di un altro Stato qualsiasi prova elettronica collegata a tale reato, nonché richiedere dati a un fornitore di servizi Internet Un'alleanza di attivisti per i diritti umani e grandi aziende tecnologiche non hanno esitato a denunciare che il campo di applicazione è troppo ampio, sostenendo che "potrebbe equivalere a un trattato di sorveglianza globale ed essere usato per la repressione".
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