Investire nelle persone, dare priorità all'istruzione è il tema di questa quinta Giornata mondiale dell'educazione con il quale si vuole sottolineare come l'istruzione debba avere la priorità per accelerare il progresso verso tutti gli obiettivi di sviluppo sostenibile, viste le crescenti disuguaglianze e la crisi climatica. In particolare, l'Unesco - che invita le organizzazioni non governative, le istituzioni accademiche ed il settore privato a ricordare questa ricorrenza, dedica la Giornata di quest'anno alle ragazze e alle donne in Afghanistan, private del diritto fondamentale all'educazione.
La Dichiarazione universale dei diritti dell'uomo riconosce come fondamentale il diritto all’istruzione elementare, che deve essere garantita come gratuita e obbligatoria, tuttavia, secondo le Nazioni Unite sono circa 244 milioni di bambini e adolescenti nel mondo non vanno a scuola; 617 milioni di ragazzi non sanno leggere e fare matematica di base; meno del 40% delle ragazze nell’Africa sub-sahariana completa la scuola secondaria inferiore e circa 4 milioni di bambini e giovani rifugiati non ricevono un'istruzione. Le diverse crisi planetarie - sanitarie, economiche, climatiche - contribuiscono inoltre all'aumento di povertà, al venir meno dei mezzi e dei finanziamenti per l'istruzione e all'abbandono scolastico delle popolazioni e delle fasce sociali già in difficoltà.
Il 2023, ricorda la commissione slovena Unesco, segna il giro di boa da quando le Nazioni Unite hanno adottato l’Agenda 2030, di cui il diritto all'istruzione rappresenta una chiave per raggiungere ed integrare uno sviluppo sostenibile nella nostra società. Con l'adozione dell’Agenda 2030, nel 2015, i Paesi Membri hanno infatti riconosciuto che l'istruzione è essenziale per il successo di tutti e 17 i suoi obiettivi. Previsto per il prossimo autunno un vertice ONU per fare il punto sul lavoro svolto fino ad oggi. (ld)