Vladimir Putin ha affermato che la Russia raggiungerà i suoi obiettivi contro gli ucraini che "commettono crimini nella regione di Kursk", così come ha fatto nella lotta contro il terrorismo, e "su questo non ci possono essere dubbi". Ha inoltre ordinato alle sue forze armate di rimanere nelle città di Pokrovsk e Toretsk, nella regione di Donetsk, nell'est dell'Ucraina. Lo riporta RBC-Ucraina, citando una fonte della leadership politico-militare di Mosca. L'esercito russo ha intanto rivendicato la presa della città di Novgorodskoye, sempre nella regione di Donetsk, un'importante piattaforma logistica per le truppe ucraine. Lo ha reso noto il Ministero della Difesa russo, annunciando inoltre la creazione di tre raggruppamenti militari per le regioni confinanti, ovvero quelle di Kursk, Belgorod e Bryansk. Stando al Ministero, "un rappresentante dello Stato Maggiore e i comandanti dei comandi operativi delle tre regioni saranno responsabili per la protezione dei cittadini e dei territori contro gli attacchi" ucraini.
Il parlamento di Kiev ha intanto preso "una decisione storica" approvando un disegno di legge che vieta in Ucraina le filiali della Chiesa ortodossa, legata al Patriarcato di Mosca, spesso vista come un intermediario dell'influenza del Cremlino. 265 i voti a favore rispetto ad un minimo richiesto di 226. Il presidente, Volodymyr Zelensky, ha salutato l'adozione della legge e affermato che il testo riguarda "l'indipendenza spirituale" dell'Ucraina.
Pronta anche la reazione di Mosca: secondo la portavoce del Ministero degli Esteri, Maria Zakharova, l'obiettivo del disegno di legge è quello di distruggere la vera Ortodossia e sostituirla con una falsa chiesa quasi ortodossa. Da parte sua, il Patriarcato di Mosca ha denunciato un "atto illegale".
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