40 mila circa gli iscritti al sindacato dell'istruzione che hanno aderito allo sciopero generale del settore scuola, il secondo indetto nell'ultimo mese; 12 mila, stando allo SVIZ, quelli che hanno partecipato alle manifestazioni di protesta svoltesi in 11 città slovene, tra cui Lubiana, Maribor, Celje e Capodistria dove nella centralissima Piazza del Duomo tra bandiere, striscioni, slogan, cartelli e fischietti hanno fatto sentire la loro voce di protesta gli insegnati e gli altri lavoratori delle scuole di tutto il Litorale, salutata dal palco anche la presenza degli insegnanti ed educatori degli asili e delle scuole con lingua d'insegnamento italiana.
"Prima di tutto vorrei sottolineare che noi insegnanti siamo molto avviliti perchè il Governo non ci ascolta. Siamo al punto di non ritorno, perchè chiediamo quello che ci è stato tolto. Niente di più, niente di meno. C'è stata un'ottima adesione da parte di tutte le scuole e asili del Litorale, anche delle istituzioni scolastiche italiane, siamo contenti di essere qua così numerosi - ha dichiarato ai nostri microfoni la fiduciaria sindacale della scuola elementare Pier Paolo Vergerio il Vecchio di Capodistria Blanka Radojkovič Čebular.
Uniti siamo più forti, più valore al ruolo di educatori e insegnanti, no ai tagli a discapito della sicurezza sociale, della salute e dell'educazione, soldi pubblici gettati al vento per l'acquisto del contestato plastico del tracciato del secondo binario - alcuni degli slogan usati dagli oratori sul palco applauditi dalla folla in Piazza Tito. Come nelle altre città gli scioperanti hanno protestato contro le disparità salariali della categoria, ribadite ancora una volta le richieste, già evidenziate a febbraio. Il leader del sindacato SVIZ Branimir Štrukelj ha già annunciato in caso di ennesima fumata nera nelle trattative con il Governo, un nuovo sciopero del comparto scuola per martedì 17 aprile.