A partire da oggi la Germania ha ripristinato i controlli di frontiera ai suoi confini terrestri con Francia, Lussemburgo, Paesi Bassi, Belgio e Danimarca. Sarà applicato l'intero pacchetto di misure di polizia di frontiera fisse e mobili, compresa la possibilità di rifiutare l'ingresso al confine, come consentito dalla legislazione nazionale e dell'UE. L'ordine temporaneo di controllo alle frontiere interne di Schengen si basa sull'articolo 25 e successivi del Codice frontiere Schengen. Queste disposizioni del diritto dell'UE richiedono sempre una grave minaccia all'ordine pubblico o alla sicurezza e consentono il ripristino temporaneo del controllo di frontiera alle frontiere interne solo per un periodo di tempo limitato e come ultima risorsa.
Considerando che quelle con l'Austria sono sottoposte a controlli da maggio, quelle con Svizzera, Polonia e Repubblica Ceca da giugno, la Germania torna di fatto all'epoca dei controlli di frontiera con tutti i paesi confinari. Il Ministero dell'Interno tedesco ha giustificato questa operazione adducendo la necessità di limitare ulteriormente l'immigrazione irregolare e di proteggere la sicurezza interna della Germania da possibili infiltrazioni terroristiche.
Si rinforza, così, il fronte dei paesi comunitari che hanno scelto di sospendere Schengen. Tra i primi ricordiamo l'Austria che ormai da anni ha ripristinato i controlli sulle sue frontiere orientali e con la Slovenia, allungando i termini dei controlli di sei mesi in sei mesi.
Barbara Costamagna