Il Sud Africa ha accusato Israele di aver violato la Convenzione Onu sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio; ritiene inoltre che Israele stia agendo per distruggere i palestinesi di Gaza come parte del più ampio gruppo nazionale, razziale ed etnico palestinese. Ha poi avvertito che l'attacco di Hamas dello scorso 7 ottobre non può giustificare presunti atti di genocidio da parte di Israele e aggiunto che la risposta militare israeliana ha spinto la popolazione di Gaza sull'orlo della fame.
Il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, in un video pubblicato alla vigilia del processo, ha assicurato che Tel Aviv "non ha intenzione di occupare Gaza in modo permanente o di sfollare la sua popolazione civile. Sta infatti combattendo i terroristi di Hamas, non la popolazione palestinese, e lo fa nel pieno rispetto del diritto internazionale".
Anche gli Stati Uniti hanno respinto la causa del Sud Africa ritenendola infondata e chiedendo allo stesso tempo a Israele di fare di più per proteggere i civili palestinesi.
La maggior parte dei paesi occidentali finora comunque non ha espresso una posizione riguardo la causa. La Slovenia sta seguendo la questione "con grande interesse", è una causa importante, ha detto Samuel Žbogar, a capo della missione slovena presso il Consiglio di sicurezza Onu. "Quando la Corte deciderà se prendere in esame la causa o meno, anche noi prenderemo una decisione su come agire a riguardo", ha aggiunto.
Il Movimento per i diritti dei palestinesi ha intanto chiesto alla Slovenia di aderire alla denuncia. Diversi operatori culturali hanno spedito una lettera al ministro degli Esteri, Tanja Fajon, in cui chiedono che Lubiana si unisca alla causa. E stamattina i rappresentanti del Movimento per i diritti dei Palestinesi si sono radunati davanti all'ambasciata americana a Lubiana ed hanno sottolineato la corresponsabilità degli Stati Uniti nel portare a termine il genocidio di Gaza. Hanno anche chiesto che Washington si impegni per l'immediata cessazione degli attacchi israeliani.
Proteste anche all'Aia, dove decine di manifestanti filopalestinesi si sono riuniti davanti alla Corte internazionale di giustizia sventolando bandiere palestinesi e chiedendo la tregua. Nel frattempo, centinaia di attivisti pro-Israele hanno preso parte ad una manifestazione di solidarietà, tra cui attivisti di organizzazioni cristiane sioniste e membri delle comunità ebraiche locali che manifesteranno in sostegno degli ostaggi israeliani detenuti da Hamas.
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