Foto: Reuters
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La Commissione Europea ha presentato una serie di misure per garantirsi maggiore potere sulla politica estera che, se accolte, le garantiranno il potere di imporre sanzioni commerciali a paesi e persone extracomunitarie che interferiscono indebitamente nelle scelte strategiche dell'UE o degli Stati membri.
La proposta della Commissione, essendo una misura che riguarda gli scambi commerciali, non avrà bisogno dell'unanimità per essere approvata dal Consiglio dell'Unione Europea - l'organo in cui sono rappresentati i governi dei 27 stati membri - come invece è previsto per tutte le misure di politica estera. Se accolta, la proposta della Commissione Ue, potrebbe avere ripercussioni sul Consiglio, cioè i governi nazionali, a cui spetta il voto sulle sanzioni nei confronti dei paesi extracomunitari; infatti, il Consiglio potrebbe cedere un pezzo della propria sovranità nell'ambito della politica estera, magari eliminando il principio dell'unanimità che farebbe guadagnare all'Unione rapidità ed efficienza, e di conseguenza peso nell'ambito della politica estera. "In un momento di crescenti attriti geopolitici, il commercio è sempre più utilizzato come un'arma di scambio, e l'UE e i suoi membri sono sempre più presi di mira da intimidazioni - ha detto il vicepresidente della Commissione e commissario per il Commercio, Valdis Dombrovskis - e aggiunto - Dobbiamo proteggere i nostri interessi economici e rafforzare il nostro diritto legittimo di imporre contromisure, se necessario. Questo è il senso dell'iniziativa.

Tra i provvedimenti inseriti nella proposta, che la Commissione potrebbe intraprendere in Autonomia nel caso ritenga che un paese estero si stia comportando in maniera scorretta nei confronti dell'Unione o di un singolo paese europeo, figurano: dazi, divieti di importazione di alcune sostanze, la sospensione della cooperazione scientifica e dell'accesso al mercato unico dei capitali finanziari, oltre ad altre misure pensate per colpire individualmente le persone. Uno strumento concreto che permetterebbe alla Commissione Ue di contrapporsi, ad esempio, alla Cina che ha imposto sanzioni alla Lituania per aver concesso una rappresentanza diplomatica a Taiwan.
Alla presentazione della proposta, la commissione ha sottolineato che non si tratta di uno strumento finalizzato ad accelerare la risoluzione delle violazioni degli accordi commerciali internazionali e che non cerca in alcun modo di interferire con i processi dell'Organizzazione mondiale del Commercio.

Corrado Cimador

Foto: EPA
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